Stazioni e Ferrovie a Roma – Mappa interattiva

Treno e bicicletta sono coetanei. Primo Ottocento. Mai in concorrenza: il treno, prodotto della rivoluzione industriale, e la bicicletta, bandiera della resistenza umana. Il treno, alla bicicletta, ispirava potenza: “la Locomotiva umana” il soprannome regalato a Learco Guerra, “l’elettrotreno di Forlì” l’etichetta coniata per Ercole Baldini. La bicicletta, al treno, chiedeva ospitalità, affetto, anche complicità: nella prima tappa del primo Giro d’Italia, anno 1909, quattro corridori furono sorpresi mentre, stanchi morti, erano saliti su un vagone e… E adesso, bici + treno, è un consiglio, uno stile, una filosofia per abbinare turismo consapevole e rispetto ecologico, vita urbana e praticità urbanistica, binari ferroviari e piste ciclabili.

L’associazione VediROMAinBIci, amica della Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza, propone una pedalata per raccontare cinque stazioni di Roma.  La partenza da Monte Mario propone una pista ciclabile, che è un gioiello e – purtroppo – una rarità: sfiora il cuore di Roma, come un’oasi immune, un porto franco, uno spazio libero.

Una proposta di percorso a piedi e in bicicletta, con immagini e punti di interesse, da fare in autonomia, inserito nel progetto Loquis. Loquis è una piattaforma di geo-podcasting che si prefigge di mappare i luoghi attraverso i racconti che li caratterizzano. Ogni territorio può essere raccontato in molti modi, l’app Loquis mette in rete narratori e ascoltatori geolocalizzando le storie narrate e offrendo a tutti la possibilità mettersi in ascolto del territorio. 

Siete pronti? Scaricate le mappe dell’itinerario (le trovate in questa pagina). Scaricat l’app Loquis da Google Play Store o App Store IOS. Attivate la geo localizzazione. Indossate le cuffie e preparatevi all’ascolto. Durante la pedalata magicamente si accendono i racconti del territorio che state attraversando.

link Loquis: Ascolta e Racconta il Mondo | Podcast Geo Localizzati

STORIA DELLA FERROVIA A ROMA

testi a cura di Piero Tucci di VediROMAInBici

     La prima ferrovia dello Stato Pontificio fu la Roma Frascati, aperta nel 1856, aveva un percorso di Km 20, partiva dalla stazione di Porta Maggiore ed arrivando alla stazione di Frascati Campitelli. Tutte le opere vennero affidate ad una impresa inglese, fu messa in servizio il 12 ottobre 1857 e permetteva cinque viaggi al giorno, tre al mattino e due al pomeriggio con un tempo di percorrenza di 28 minuti. La linea disponeva di sei locomotive di fabbricazione inglese con sei vagoni viaggiatori ognuna. Le quattro principali locomotive avevano i nomi dei santi Pio, Pietro, Paolo e Giovanni, nomi scelti da Pio IX. Nel tracciato venne realizzata la galleria di Ciampino per superare la collina di Villa Senni e la via Anagnina, è lunga circa m 290. La lontananza dai rispettivi centri urbani non favorì il successo della realizzazione, il vino si continuò a trasportare sulle barrozze, i passeggeri preferirono le diligenze che partivano dal centro città. Pasquino disse: “La ferrovia non parte da Roma e non arriva a Frascati”. Nel 1874 la linea venne collegata alla stazione Termini e la vecchia stazione di Porta Maggiore venne demolita. La stessa cosa avvenne a Frascati nel 1884. Nel 1943 la stazione di Frascati venne bombardata mentre la galleria di Ciampino venne utilizzata dai tedeschi per nascondere due super cannoni ferroviari che erano in grado di sparare proiettili dal calibro di 280 mm e dal peso di 250 Kg, con essi bombardavano Anzio[1]. I due cannoni, chiamati Robert e Leopold dai soldati tedeschi, vennero portati negli USA per studiarne la tecnologia, oggi si trovano in un museo militare del Maryland (da Loiacono, 501 luoghi di Roma, pag. 161). Nel dopoguerra, riparati i danni, vennero create le stazioni di Ciampino, Galleria di Ciampino e Valle Vermiglia, queste ultime due oggi soppresse. Negli anni Novanta i passaggi a livello sono stati automatizzati.

     La seconda ferrovia dello Stato Pontificio fu la Roma Civitavecchia aperta il 16 aprile 1859 lunga 72,6 Km, dal 1867 fu collegata con la linea ferroviaria tirrenica. Fu costruita da una società diretta da un ingegnere francese con ben 27 cantieri, 950 operai e servirono trenta mesi di lavori per completare l’opera con le stazioni di Porta Portese e una temporanea a Civitavecchia. La linea era dotata di undici locomotive a vapore francesi e di una inglese con 21 carrozze per la prima classe e 25 per la seconda. I binari furono forniti da una ditta inglese. Nel 1860 fu costruita la nuova stazione di Civitavecchia  e iniziarono i lavori per prolungarla verso Nord. Il 22 ottobre 1863 fu inaugurato il ponte in ferro (oggi ponte dell’Industria) per unire questa linea a quella di Frascati.

     La ferrovia Roma Cassino Napoli venne costruita come prolungamento di una ferrovia che già esisteva da Napoli a Caserta (1843) prolungata fino a Capua l’anno successivo e a Tora nel 1861 dal governo italiano. Nello stato Pontificio venne costruito prima il tratto Colleferro Ceprano (qui era il confine di Stato) nel 1862, quindi Ceprano Tora nell’anno successivo, mentre si deve attendere il 27 maggio 1892 per avere il tratto Ciampino (dove arrivava la linea per Frascati) – Colleferro, così la linea Roma Napoli era completa.

     Il tratto Ciampino – Colleferro inaugurato nel 1892 è attualmente il percorso della ferrovia Roma- Albano – Velletri. Nel 1864 venne raddoppiato il binario fino a Ciampino.

     La ferrovia Roma Orte venne aperta al pubblico il 1° aprile 1865, in vari tratti raggiunse Firenze nel 1875. Nel 1992 la Direttissima permette di collegare Roma con Firenze in un’ora e 30 minuti.

     La ferrovia Roma – Sulmona – Pescara venne realizzata per tratti successivi, il primo tratto fino a Tivoli nel 1887, venne completata nel 1888.

     La ferrovia Roma – Napoli via Formia fu aperta nel 1927. La ferrovia Roma – Terni – Ancona fu aperta nel 1866. La Roma – Capranica – Viterbo nel 1894.

     Nel dopoguerra, nei sotterranei della stazione Termini, esisteva un delizioso museo ferroviario, accoglieva tra l’altro la riproduzione perfetta e funzionante della Bayard che, con la gemella Vesuvio trainava i convogli della prima ferrovia italiana: la Napoli – Portici. Un incendio pose fine a questa istituzione. Il Museo di Roma a palazzo Braschi conserva la vettura ferroviaria di papa Pio IX, oggi si può vedere alla Centrale Montemartini.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

Piero Berengo Gardin, Ferrovie Italiane, Editori Riuniti, 1988. Livio Jannattoni. La rete ferroviaria del Lazio. Nascita, sviluppo, coordinamento, 1963. Matteo Santoni, La ferrovia Elettrica Roma-Viterbo, ed. Calosci. AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993. AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989. AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990. Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005. Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca 1989. It.wikipedia.org (varie voci) Treccani.it Sapere.it romasegreta.it laboratorioroma.it romasparita.eu


  1. Da Stazione di Monte Mario a Stazione Ostiense

Via Eugenio Tanzi – Via di Torrevecchia – imbocco pista ciclabile Monte Mario – Monte Ciocci – si percorre tutta la p.c. fino al parco di Monte Ciocci – si scende in via Anastasio II – vi Cipro – piazzale degli Eroi – via Andrea Doria – viale delle Milizie (su p.c.) – via Lepanto (su p.c.) – via Marcantonio Colonna (su p.c.) – via Cicerone (su p.c.) –  piazza Cavour (attraversamento giardini) – via Vittoria Colonna – lungotevere Prati – piazza dei Tribunali – lungotevere Castello – lungotevere Vaticano – lungotevere in Sassia – lungotevere Gianicolense – lungotevere Farnesina – piazza Trilussa – lungotevere Raffaello – piazza Belli – lungotevere Anguillara – lungotevere Alberteschi – lungotevere Ripa – piazzale di Porta Portese – via di Porta Portese – via Jacopa de’ Settesoli – via Carlo Tavolacci – viale Trastevere – piazza Bernardino da Feltre – via Orti di Trastevere – via Musolino – via Bezzi – Angelo Bargioni.  Km 15 circa, tempo di percorrenza 75 minuti circa.

  1. STAZIONE MONTE MARIO

E’ una stazione sulla linea ferroviaria Roma-Viterbo nel XIV Municipio del Comune di Roma, a poca distanza dalla via Trionfale, presso l’ex manicomio Santa Maria della Pietà, non lontano dal quartiere di Primavalle. La stazione sorse nel 1916 con il nome di Sant’Onofrio dotata di tre binari, due per i viaggiatori e uno per i treni merci. Tra il dicembre 1999 e il maggio 2000 fu il capolinea dei treni provenienti da Cesano e da Viterbo per i lavori di raddoppio della linea. Nel 2007 la stazione fu oggetto di un intervento di arte contemporanea dell’artista Matteo Milaneschi e Andrea Venanzi nell’ambito di una collaborazione con le Ferrovie dello Stato. Dopo questa stazione i treni diretti a Viterbo fermano a Roma San Filippo Neri, Ottavia, Ipogeo degli Ottavi, La Giustiniana, Cesano di Roma (qui è il limite della tariffa urbana), Anguillara, Vigna di Valle, Bracciano, Manziana-Canale Monterano, Oriolo, Capranica-Sutri, Vetralla, Tre Croci, Viterbo Porta Romana, Viterbo Porta Fiorentina.

La linea Roma-Vetralla-Viterbo risale al 1889 quando con Regio Decreto fu approvata la sua costruzione. La ferrovia fu inaugurata il 29 aprile 1894 con la breve diramazione Capranica-Ronciglione. La linea partiva dalla vecchia stazione di Trastevere in piazza Ippolito Nievo. La sua lunghezza era di 88 km, compresa la diramazione con 17 tra stazioni e fermate, 34 case cantoniere e 58 caselli. La linea aveva sei gallerie e 14 viadotti. Passò alle Ferrovie dello Stato nel 1918. Nel 1967 venne istituito il servizio metropolitano da Roma Tiburtina a Roma Monte Mario. Alla fine degli anni Novanta giunse l’elettrificazione e il raddoppio dei primi 27 km, fino a Cesano. Negli stessi anni vennero aperte le stazioni Valle Aurelia (con scambio metro A) e Appiano, nel 2006 Quattro Venti.

Via Eugenio Tanzi – Via di Torrevecchia  

La pista ciclabile Monte Mario-Monte Ciocci, che ricade tutta nel XIV Municipio di Roma, è stata inaugurata nel giugno 2014 – dopo sette anni di cantieri – dal sindaco Ignazio Marino in sella alla sua bici elettrica. La pista è stata resa possibile grazie ai lavori delle Ferrovie dello Stato, che hanno ricoperto la linea ferroviaria per Vetralla e Viterbo. Non è solo una pista ciclabile, ai lati c’è un percorso pedonale, panchine e aree giochi per bambini, insomma un parco lineare. Nel suo percorso incontra cinque stazioni della linea ferroviaria, rappresenta quindi un modo integrato di spostarsi in città attraverso la bici + un mezzo pubblico di trasporto. La pista è lunga 5 km ed è tutta in leggera salita, appena percettibile, in direzione Monte Mario. Nei progetti la pista ciclabile dovrebbe proseguire da Monte Ciocci per via Anastasio II-via Leone XIII-piazza Pio XI fino alla circonvallazione Gianicolense. Verso nord, da Monte Mario dovrebbe proseguire da piazza Santa Maria della Pietà fino al San Filippo Neri, su terreni di proprietà della Città Metropolitana (ex Provincia di Roma), sempre parallela alla linea ferroviaria su via Eugenio Di Mattei. Permane il problema del forte dislivello che dal parco di Monte Ciocci scende a via Anastasio II. Nel 2019 ampi tratti della pista sono stati rifatti dal Comune di Roma.

Imbocco pista ciclabile Monte Mario

Imboccata la pista ciclabile da Monte Mario, subito sulla sinistra si trova un’area giochi per bambini, dopo 2 km circa si sottopassa via della Pineta Sacchetti e si trova la stazione del Policlinico Gemelli, con l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il complesso venne costruito tra il 1962 e il 1964 su progetto di Gaetano Minucci, lo stesso architetto a cui si deve il palazzo dell’Ente Eur nell’omonimo quartiere. Segue un tratto affacciato su una valle boschiva, sulla sinistra si vede il Policlinico, sulla destra Valle Aurelia che separa la Balduina da Primavalle. Era chiamata Valle dell’Inferno per la presenza di numerose fornaci per produrre mattoni. Notte e giorno le ciminiere erano attive e l’aria era sempre nebbiosa. Qui lavoravano operai poverissimi. L’ultima fornace chiuse nei primi anni Sessanta. Resta una sola ciminiera, dove oggi c’è il centro commerciale Aura.

Si percorre tutta la pista ciclabile fino al parco di Monte Ciocci

Arrivati alla stazione Balduina, da qui in poi la strada costeggia case di civile abitazione. Ancora 2 km e si arriva, sempre in leggera discesa, appena percettibile, alla stazione Appiano. Ancora un breve tratto ed eccoci nel parco di Monte Ciocci.

Fino alla fine degli anni Settanta tutta l’altura, oggi parco pubblico, era occupata da baracche che – per ironia del destino – avevano una bellissima vista sulla cupola di San Pietro. Erano immigrati dalle campagne del Lazio e dell’Abruzzo o dall’Italia meridionale. Qui venne girato il film “Brutti, sporchi e cattivi” di Ettore Scola (1976) con Nino Manfredi, vincitore del premio per la migliore regia al 29° Festival di Cannes.


2. Resti della prima stazione di Trastevere. Via Angelo Bargioni.

Via Marcora – via Idro – via Orti di Trastevere – piazza Bernardino da Feltre – viale delle Mura Portuensi – piazzale Portuense – piazza di Porta Portese – ponte Sublicio – piazza dell’Emporio – via Marmorata – via Raffaele Persichetti – piazzale Ostiense – via delle Cave Ardeatine – piazzale dei Partigiani. Km 4, minuti 20 circa.

2. LA STAZIONE DI PORTA PORTESE. LA PIU’ ANTICA DI ROMA DI CUI RESTANO TRACCE – Resti della prima stazione di Trastevere. Via Angelo Bargioni

In viale Trastevere n. 46, dopo il ministero della Pubblica Istruzione, prima di via Ippolito Nievo, sul lato sinistro della strada per chi esce da Roma, si trova un villino del 1905 costruito dove sorgeva la stazione di Trastevere, la seconda di Roma, inaugurata nel 1859 e rimasta in funzione fino alla costruzione della odierna stazione di Trastevere (1910, piazza Flavio Biondo 1). La prima stazione di Roma era fuori Porta Maggiore per la linea ferroviaria che conduceva a Frascati, quindi a Ceprano. Dopo questa data fu utilizzata come scalo merci, restano i piloni di passaggio della linea ferroviaria su via Portuense. Vi ha avuto sede l’Istituto Sperimentale delle Ferrovie dello Stato, nel giardino era in mostra una locomotiva a vapore posata su un troncone di rotaia, era la locomotiva n. 625/101 che faceva servizio sulla Roma-Civitavecchia. Da oltre 10 anni l’istituto è stato trasferito in via di Portonaccio. Attualmente è in abbandono.

Viale delle Mura Portuensi

La stazione di Porta Portese venne inaugurata il 25 marzo 1859 ed entrò in servizio il 16 aprile, con due coppie di corse al giorno: da qui partiva una linea ferroviaria che conduceva a Civitavecchia, il porto di Roma, impiegava due ore e mezza. Sulle pareti della stazione si leggeva un avviso che ammoniva i viaggiatori di trovarsi al treno almeno 20 minuti prima, anche se il primo treno partì con due ore di ritardo, e di pagare in anticipo il biglietto, al costo di 9,80 lire per la prima classe e 6,30 per la seconda. Non esisteva il biglietto di andata e ritorno. Nel 1860 si decise di prolungare la linea ferroviaria a nord fino al confine con la Toscana, ormai italiana. Il prolungamento fu aperto al pubblico il 22 giugno 1867 e si congiungeva con la ferrovia maremmana.

Piazza di Porta Portese

Portandoci su via Portuense, nel tratto occupato la domenica dalle bancarelle del mercato di Porta Portese, dopo la collinetta con le baracche dei ciclisti, ai civici 20-92 c’è il terrapieno di sostegno dei binari della stazione. Al di sotto vi sono porte ad arco tutte uguali usate come magazzini. Questi costituiscono il nucleo iniziale del mercato di Porta Portese nato nel primissimo dopoguerra come “borsa nera”. Sempre su via Portuense esiste un massiccio arco di travertino, chiuso da un cancello sul quale è scritto, a grossi caratteri, “Manufatto di Scarico n. IV”, si tratta dello scarico merci della ferrovia. In via Angelo Bargioni sopravvivono i piloni del cavalcavia su cui correvano i binari. E’ curioso vedere le bancarelle del mercato di Porta Portese che si affollano intorno a questi piloni incuranti del valore storico del luogo.

Viale Trastevere venne aperto, ai primi del Novecento, con il nome di viale del Re, nel dopoguerra prese il nome di viale dei Lavoratori, quindi del Lavoro, nel 1949 il nome attuale.

Portandoci su via Portuense, nel tratto che è occupato la domenica dalle bancarelle del mercato di Porta Portese, dopo la collinetta con le baracche dei ciclisti, ai civici 20-92 si ha il terrapieno di sostegno dei binari della stazione. Al di sotto vi sono porte ad arco tutte uguali usate come magazzini. Questi costituiscono il nucleo iniziale del mercato di Porta Portese nato nel primissimo dopoguerra come “borsa nera”. Sempre su via Portuense esiste un massiccio arco di travertino, chiuso da un cancello sul quale è scritto, a grossi caratteri, “Manufatto di Scarico n. IV”, si tratta dello scarico merci della ferrovia.

     In via Angelo Bargoni[3] sopravvivono i piloni del cavalcavia su cui correvano i binari. E’ curioso vedere le bancarelle del mercato di Porta Portese che si affollano intorno a questi piloni incuranti del valore storico del luogo.

     Viale Trastevere venne aperto, ai primi del Novecento, con il nome di viale del Re, nel dopoguerra prese il nome di viale dei Lavoratori, quindi del Lavoro, nel 1949 il nome attuale.


3. Da Stazione Ostiense. Piazzale dei Partigiani a Stazione Termini

Sosta con riferimento anche alla vicina stazione di Roma Porta San Paolo della ferrovia Roma – Lido.

Via delle Cave Ardeatine – piazzale Ostiense – piazza di porta San Paolo – viale della Piramide Cestia – piazza Albania – viale Aventino – piazza di Porta Capena – via di San Gregorio – via Celio Vibenna – piazza del Colosseo – via Labicana – via Merulana – largo Brancaccio – via Merulana – piazza di Santa Maria Maggiore – via Gioberti – via Giovanni Giolitti – piazza dei Cinquecento. Km 6, tempo 30’.

3. LA STAZIONE OSTIENSE

  • Stazione Ostiense. Piazzale dei Partigiani.

Si trova in piazzale dei Partigiani, qui si fermano i treni diretti all’areoporto di Fiumicino e quelli della linea Civitavecchia-Pisa. Fu costruita nel 1938 per la visita di Hitler in Italia su progetto dell’architetto Roberto Narducci, ma con materiali precari per farla a tempi di record, e così venne ricostruita subito dopo. Il fabbricato copre una superficie di 5600 mq. Il rivestimento esterno è in lastre di travertino levigato, per interni e pavimenti sono stati prevalentemente impiegati marmi policromi dell’Apuania. Sul pavimento sono presenti mosaici con tessere bianche e nere che raffigurano vari episodi della storia di Roma, da Enea che lascia Cartagine alla Basilica di San Pietro. Sulla facciata “Bellerofonte e Pegaso” di Francesco Nagni del 1940.

In un anno passano per questa stazione oltre 5 milioni di passeggeri. E’ la terza stazione di Roma per movimento passeggeri.

Sul piazzale esterno si trova una fontana con cavalli marini ideata dallo scultore A. Ruggeri (1957). Un’altra fontana circolare progettata dallo stesso Narducci è stata eliminata per i lavori di ammodernamento per i Mondiali di calcio e mai più ripristinata.

Piazzale Ostiense

In occasione dei Mondiali di calcio del 1990, sul lato opposto venne costruito l’Air Terminal su progetto di Julio Lafuente come terminal per la linea ferroviaria che collegava la città all’aeroporto di Fiumicino. In questa occasione fu costruito un sovrappasso dei binari, che unisce le due stazioni con quattro scale mobili e due tapis roulant. Il collegamento venne chiuso dopo pochi anni di esercizio perché sottoutilizzato, i passeggeri preferivano il servizio di bus che collegava con la stazione Termini. I negozi chiusero, il collegamento fu abbandonato, divenne rifugio di senzatetto, ultimamente abitato da afghani. Nel 2012 l’edificio è stato trasformato in Eataly ed è la seconda stazione di Italo (dopo Tiburtina).

Eataly è una creatura dell’imprenditore piemontese Oscar Farinetti, comprende 20 botteghe del gusto, 20 ristoranti e 20 aule didattiche. E’ il più grande megastore dedicato ai cibi e alle bevande di qualità, accoglie a turno i grandi chef, i migliori mastri birrai e i più famosi maestri pasticceri italiani. “Si può cenare con 10 € come con 100. Vogliamo convincere la gente che mangiare bene non è un lusso”, dice Oscar Farinetti, che il 27 gennaio 2007 tagliò il nastro della prima struttura a Torino. Da allora ha aperto altre sedi a Milano (ottobre 2007), Tokyo (settembre 2008), Bologna (dicembre 2008) e New York (estate 2010). A Roma non poteva mancare Eataly: 17.000 mq, si calcolano 7 milioni di visitatori l’anno. Si tratta di quattro piani uniti da ascensori e scale mobili.

Piazza di Porta San Paolo

Nell’Air Terminal dell’Ostiense ha sede la seconda grande stazione di Italo, il treno rosso della Ntv di Luca Cordero di Montezemolo, il primo operatore privato italiano sulla rete alta velocità, che fa capo a una cordata di azionisti con Della Valle, Punzo e il già citato Cordero di Montezemolo (questi hanno il 33% della società). Mille mq su tre piani, tutti dominati dal colore rosso, negli uffici della Ntv, saranno assunte 750 persone con un investimento di 15 milioni di euro, oltre alle 42 già formate nel 2009 grazie a un bando pubblico finanziato dalla Provincia di Roma con 700.000 € di fondi europei. In questo luogo si troverà un Centro di Formazione Professionale. Casa Italo è stata consegnata a metà maggio 2012, si affaccia sul piazzale 12 ottobre 1492. I parcheggi saranno convenzionati con Ntv, il progetto interno è dell’architetto Stefano Boeri. Oltre a collegare con Napoli e Milano si sta pensando a un collegamento con l’aeroporto di Fiumicino in concorrenza con il Leonardo delle FF.SS.

Sosta con riferimento anche alla vicina stazione di Roma Porta San Paolo della

ferrovia Roma-Lido. Sempre in occasione dei Mondiali di calcio del 1990 venne costruito un parcheggio sotterraneo nel piazzale dei Partigiani. Vi ha sede un mercato di antiquariato nei giorni festivi.

Via delle cave Ardeatine

La visita di Hitler a Roma del 3 maggio 1938, di cui si è parlato precedentemente, è stata l’ispirazione per il film “Una giornata particolare” di Ettore Scola, che usa anche dei cinegiornali d’epoca per documentare l’incontro con Mussolini. Il film è del 1977, interpretato da Marcello Mastroianni e Sophia Loren (in una parte c’è anche Alessandra Mussolini). Maurizio Costanzo ha scritto la sceneggiatura. Il film è interamente girato nei “Palazzi Federici” (o Casa Convenzionata di Mario De Renzi) di viale XXI Aprile. Nello stesso palazzo è stato girato “Romanzo di un giovane povero” (di Ettore Scola, del 1995).

Il viale che unisce la stazione a piazzale Ostiense fu in quell’occasione intitolato a Hitler, oggi si chiama Viale delle Cave Ardeatine. Notare il toponimo, non era ancora in uso Fosse Ardeatine.

Piramide cestia

LA STAZIONE DI PORTA SAN PAOLO DELLA LINEA ROMA – OSTIA

E’ la stazione della ferrovia Roma-Lido, na stazione di testa. La stazione venne progettata da Marcello Piacentini e costruita tra il 1921 e il 1924, la ferrovia venne costruita tra il 1916 e il 1924, nei primissimi lavori vennero utilizzati anche prigionieri austriaci. Il 10 agosto 1924 fu inaugurata la ferrovia Roma-Lido (con una corsa speciale cui prese parte Benito Mussolini), era a binario doppio (locomotiva a vapore per il viaggio inaugurale fornita dalle Ferrovie dello Stato, seguita da quattro vagoni, un bagagliaio e una carrozza panoramica, impiegò un’ora e 11 minuti), ma godeva della trazione elettrica, assenza di passaggi a livello e i marciapiedi alti all’inglese per agevolare l’ingresso dei viaggiatori.  E’ la prima ferrovia in Italia ad avere i marciapiedi alti quanto i pavimenti dei convogli. A Ostia c’era una stazione uguale a questa di Porta San Paolo, distrutta dai tedeschi in fuga. La nuova stazione di Ostia Centro risale al 4 giugno 1951, nell’atrio è stata posta la lapide della vecchia stazione e una nuova che ricorda questa vicenda. Nel 1932 venne sperimentata un’automotrice su pneumatici progettata dalla Michelin, mossa da un motore diesel che la faceva arrivare a 100 km/h. Consumava 22 litri di benzina ogni 100 km. Oggi la maggior parte delle vetture ha l’aria condizionata.

L’atrio si è conservato com’era all’inaugurazione. Un grande arco sovrasta la biglietteria e precede i marciapiedi con i binari. L’arco presenta un cassettonato esagonale che richiama quello della basilica di Massenzio (ma in quel caso è ottagonale e tre volte incassato). Grandi graffiti in bianco e nero di soggetto marino vogliono imitare i mosaici dell’antica Roma, opera dell’artista fiorentino Giulio Rossi. Nell’atrio una lapide riporta un verso di Gabriele D’Annunzio sul rapporto tra Roma e il mare. Da notare le pensiline dei marciapiedi completamente in cemento armato, una novità per Roma.

Il viaggio sul treno Roma-Ostia è consigliato da Maria Beltramme nel libro “101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita” (Newton, 2007): “Se affrontato in certi giorni d’estate… la calca racconta un mondo in cerca di svaghi economici e ore contate… dove le lingue slave sono le più parlate”.

La stazione ospita anche il Museo Ferroviario di Porta San Paolo con i mezzi storici della linea ferroviaria Roma-Lido e con i tram Stefer che hanno circolato in città negli anni passati. Inaugurato il 18 settembre 2004, è all’aperto, tutti i mezzi sono stati restaurati, vi sono esposti sotto tettoie anche le strumentazioni collegate al trasporto ferroviario e tramviario. Bellissimo il tram Stefer serie 400 che circolava in via Tuscolana e via Appia per collegare la stazione Termini con piazza di Cinecittà: vi è allestita una mostra fotografica. E’ aperto il lunedì e il giovedì per l’intera giornata (ore 9-16), il venerdì dalle 9 alle 13.

Nella contigua stazione Piramide della metro B si trova una cappella preceduta dalla statua di San Filippo Neri, compatrono di Roma e patrono dei ferrotranvieri.


4. da Stazione Termini. Piazza dei Cinquecento a Stazione Tiburtina

Viale Enrico de Nicola – via Solferino – piazza Indipendenza – via San Martino della Battaglia – viale Castro Pretorio – viale del Policlinico – via Giovanni Battista Morgagni – piazza Salerno – via Bari – piazza Lecce – via Catania – piazzale delle Province – via della Lega Lombarda – via Arduino – autostazione Tiburtina – circonvallazione Nomentana. Km 4, tempo 20 minuti circa.

4. LA STAZIONE TERMINI

    

La prima ferrovia dello Stato Pontificio fu la Roma-Frascati, aperta nel 1856, che aveva un percorso di 20 km, partiva dalla stazione di Porta Maggiore e arrivava alla stazione di Frascati Campitelli. Tutte le opere vennero affidate a un’impresa inglese, fu messa in servizio il 12 ottobre 1857 e permetteva cinque viaggi al giorno, tre al mattino e due al pomeriggio con un tempo di percorrenza di 28 minuti. La linea disponeva di sei locomotive di fabbricazione inglese, ciascuna con sei vagoni viaggiatori. Le quattro principali locomotive avevano i nomi dei santi Pio, Pietro, Paolo e Giovanni, nomi scelti da Pio IX. Nel tracciato venne realizzata la galleria di Ciampino per superare la collina di Villa Senni e la via Anagnina, lunga circa 290 metri. La lontananza dai rispettivi centri urbani non favorì il successo della realizzazione, il vino si continuò a trasportare sulle barrozze (carri a quattro ruote), i passeggeri preferirono le diligenze che partivano dal centro città. Pasquino disse: “La ferrovia non parte da Roma e non arriva a Frascati”. Nel 1874 la linea venne collegata alla stazione Termini e la vecchia stazione di Porta Maggiore venne demolita. La stessa cosa avvenne a Frascati nel 1884. Nel 1943 la stazione di Frascati venne bombardata, mentre la galleria di Ciampino fu utilizzata dai tedeschi per nascondere due super cannoni ferroviari in grado di sparare proiettili dal calibro di 280 mm e dal peso di 250 kg, con cui bombardavano Anzio. I due cannoni, chiamati Robert e Leopold dai soldati tedeschi, vennero portati negli Stati Uniti per studiarne la tecnologia, oggi si trovano in un museo militare del Maryland (da Loiacono, “501 luoghi di Roma”, pagina 161). Nel dopoguerra, riparati i danni, vennero create le stazioni di Ciampino, Galleria di Ciampino e Valle Vermiglia, queste ultime due oggi soppresse. Negli anni Novanta i passaggi a livello sono stati automatizzati.

Viale del Castro pretorio

La seconda ferrovia dello Stato Pontificio fu la Roma-Civitavecchia, aperta il 16 aprile 1859 e lunga 72,6 km, dal 1867 collegata con la linea ferroviaria tirrenica. Fu costruita da una società diretta da un ingegnere francese con ben 27 cantieri e 950 operai, e servirono 30 mesi di lavori per completare l’opera con le stazioni di Porta Portese e una temporanea a Civitavecchia. La linea era dotata di 11 locomotive a vapore francesi e di una inglese con 21 carrozze per la prima classe e 25 per la seconda. I binari furono forniti da una ditta inglese. Nel 1860 fu costruita la nuova stazione di Civitavecchia e iniziarono i lavori per prolungarla verso nord. Il 22 ottobre 1863 fu inaugurato il ponte in ferro (oggi ponte dell’Industria) per unire questa linea a quella di Frascati.

La ferrovia Roma-Cassino-Napoli venne costruita come prolungamento di una ferrovia che già esisteva da Napoli a Caserta (1843) e prolungata fino a Capua l’anno successivo e a Tora nel 1861 dal governo italiano. Nello Stato Pontificio venne costruito prima il tratto Colleferro-Ceprano (qui era il confine di Stato) nel 1862, quindi Ceprano Tora nell’anno successivo, e si dovette attendere il 27 maggio 1892 per avere il tratto Ciampino (dove arrivava la linea per Frascati)-Colleferro, così la linea Roma-Napoli era completa.

Il tratto Ciampino-Colleferro, inaugurato nel 1892, è attualmente il percorso della ferrovia Roma-Albano-Velletri. Nel 1864 venne raddoppiato il binario fino a Ciampino.

La ferrovia Roma-Orte fu aperta al pubblico il 1° aprile 1865, in vari tratti raggiunse Firenze nel 1875. Nel 1992 la Direttissima permette di collegare Roma con Firenze in un’ora e 30 minuti.

La ferrovia Roma-Sulmona-Pescara venne realizzata per tratti successivi, il primo tratto fino a Tivoli nel 1887, e completata nel 1888.

La ferrovia Roma-Napoli via Formia fu aperta nel 1927. La ferrovia Roma-Terni- Ancona fu aperta nel 1866. La Roma-Capranica-Viterbo nel 1894.

Nel dopoguerra, nei sotterranei della stazione Termini, esisteva un delizioso museo ferroviario, accoglieva tra l’altro la riproduzione perfetta e funzionante della Bayard che, con la gemella Vesuvio, trainava i convogli della prima ferrovia italiana: la Napoli-Portici. Un incendio pose fine a questa istituzione. Il Museo di Roma a palazzo Braschi conserva la vettura ferroviaria di Papa Pio IX, oggi la si può vedere alla Centrale Montemartini.

5. NUOVA STAZIONE TIBURTINA

Si trova nel piazzale omonimo tra i quartieri Nomentano e Pietralata. Vi transitano tutti i treni a lunga percorrenza in direzione nord-sud. E’ la stazione dell’alta velocità di Roma. Inaugurata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 28 novembre 2011, in quell’occasione la stazione è stata intitolata a Cavour e all’interno si trova una stele alta 20 metri che pesa 13 tonnellate, con il discorso del capo di governo per l’insediamento del primo parlamento del Regno d’Italia, in cui si dichiarava che Roma era la capitale irrinunciabile dell’Italia. E’ costata tre anni di lavori per 322 milioni di investimento, di cui 170 solo per la stazione. Un incendio, nel luglio 2011, rallentò la fine dei lavori. Costruita su progetto dell’architetto Paolo Desideri, si compone di una doppia piastra che scavalca i binari, una specie di ponte che riunisce i quartieri Nomentano e Pietralata, lungo 360 metrie largo 60, nove metri sopra i binari. Ha al suo interno otto “bolle”, come le chiama il progettista per i servizi: a vederle dal ponte sulla Tiburtina, sembra che nuotino appese alla piastra superiore. I vetri hanno serigrafie diverse, perché ogni tessera deve filtrare il sole in modo diverso per garantire un microclima giusto. La stazione ha 7.000 mq di vetrate esterne, per la sua costruzione sono state necessarie 13.000 tonnellate di acciaio, quando sarà a pieno regime da qui passeranno 500 treni al giorno, di cui 140 Freccia rossa e argento, 38 di lunga percorrenza, 140.000 passeggeri al giorno. La stazione è dotata di 52 scale mobili, 29 ascensori e 20 binari.

Davanti alla facciata alta 22 metri, non ci sarà più la sopraelevata che verrà demolita, e nascerà un viale con gli alberi. Per questa operazione di demolizione sono disponibili 5 milioni e 400.000 euro.

Sul lato di Pietralata è già pronto un parcheggio su due piani per 430 macchine. Nella piastra c’è anche posto per un teatro a gradoni con annesso un centro conferenze. Il 21 aprile 2012 ha aperto la tangenziale sotterranea dallo svincolo dell’A24 alla Batteria Nomentana, strada di 3 km, costo di 165 milioni. E’ stata aperta a sorpresa il giorno prima della sua inaugurazione.

Il 9 aprile 2012 ha aperto Casa Italo, il 28 aprile anche i treni di Della Valle-Montezemolo. Il 1° novembre 2012 hanno aperto i capolinea di 13 linee Atac dopo due anni di lavori, altre 9 linee in transito hanno la fermata. Ancora un anno di tempo per abbattere la tangenziale. Nel marzo 2013 la Società Grandi Stazioni ha fatto sapere che entro giugno avrebbero aperto i primi negozi, a ottobre gli ultimi, coprendo una superficie di 35.000 mq, di cui 10.000 di abbigliamento e 7.000 per i 15 ristoranti, biglietterie e sale passeggeri. Il 18 maggio il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi, passando per la stazione, ha dichiarato: “Niente parcheggi e servizi è una vergogna”. Seguì un rimpallo di responsabilità tra il Comune e le FF.SS.

Sotto si trova la stazione della metro B omonima, sul piazzale l’autostazione Tibus inaugurata il 21 marzo 2002 con pensiline e una torre di controllo, utilizzata per i pullman diretti al centro e al sud Italia e in numerosi paesi dell’Est europeo (soprattutto Romania e Polonia). Vi si attestano 52 compagnie, ogni anno vi transitano 2.800.000 passeggeri.