Torrevecchia – Mappa interattiva
Roma come un velodromo d’arte, Roma come un museo a pedali: all’aria aperta. Roma da scoprire e studiare, da esplorare e ammirare: in bicicletta. Roma come una visita guidata, Roma come una gita accompagnata: a due ruote.
LA STREET ART A TORREVECCHIA – Mappa interattiva
a cura di Roberto Cavallini di Fiab Roma RuotaLibera , foto di Roberto Cavallini
Una proposta di percorso a piedi e in bicicletta, con immagini e punti di interesse, da fare in autonomia, dalla Pineta Sacchetti al Parco di Santa Maria della Pietà, per scoprire l’arte dei muri.
Percorso: Via Pineta Sacchetti (Biblioteca Casa del Parco), via Calisto II, via Forte Braschi, Piazza Clemente, via Pietro Bembo,via Alessio Ascalesi,via F. Borromeo, Via Maffi, Via di Torrevecchia, Ciclabile (monte ciocci – s. maria della pietà), S. Maria della Pietà
distanza km. 7,2
Introduzione
Street art a Roma? Sì, ma con alcune precisazioni, almeno nel XIV Municipio.
La prima è che non tutto ciò che è dipinto sui muri è definibile Street Art, come – per esempio – il writing con le sue Tag riferibili alla cultura hip hop, ormai quasi scomparse ed emulate in forma bastarda da qualche anonimo epigono.
La seconda è che l’arte di strada è più correttamente definibile come arte urbana, fa riferimento prevalentemente – attenzione: non esclusivamente – al muralismo. Una forma d’arte urbana che si prefigge di celebrare o di raccontare, assolutamente comprensibile e non criptica come il writing.
Roma ha conosciuto negli ultimi 10 anni uno sviluppo dell’arte urbana, in alcune zone della città e con numerose declinazioni. Non parlo di tecniche adottate, stencil, collage, vernice, ma di rapporto con il territorio.
In alcuni quartieri la Urban Art è stata calata dall’alto come nel caso dell’Art District di Tor Marancia. In altre zone, come il Trullo, nasce dal basso, dai poeti e dai pittori del Trullo; nel XIV Municipio, la Street Art, la Urban Art o l’arte urbana, che dir si voglia, nasce per raccontare la storia di qui, e ne colora i muri.
Muracci Nostri e Pinacci Nostri sono due iniziative politiche, culturali e artistiche, di squisita Arte Urbana, nate intorno a Primavalle (Muracci Nostri è scaturita da una idea di Maurizio Mequio, il poeta del nulla) e alla Pineta Sacchetti (Pinacci Nostri), nel cuore più antico del XIV Municipio, per raccontarne la storia, gli umori, i sogni e l’orgoglio dell’appartenenza, negli anni 2015 e 2016. Una quarantina di artisti ha contribuito all’impresa ideata da Mequio, tra cui Evita Andujar, Luigi Ambrosetti, Atue, Beetroot, Bol, Sabrina Carletti, Alessandra Carloni, Violetta Carpino, Chekos, Arianna Cola, Gianluca Cresciani, Milva Di, Franco Durelli, Ex Voto, Andrea Gandini, Gli Altri, Gods in Love, Carlo Gori, Gomez, La Rouille, Khem, Nemo.
1 Pineta Sacchetti nei pressi della Casa del Parco. Pineta Sacchetti come il Bosco di Cappuccetto rosso. I lupi cattivi non si incontrano mai nei boschi. Murale di Uman. 2 Pineta Sacchetti nei pressi della Casa del Parco. Intorno al casotto Pineta Sacchetti. 3 Pineta Sacchetti nei pressi della Casa del Parco. Un altro murale realizzato da Carlo Gori per Pinacci Nostri, dove racconta la storia di Vania Mancini e di “el sapo” Vania. 4 Pineta Sacchetti nei pressi della Casa del Parco. Sguardo perso verso il Cupolone, spalle appoggiate al pino secolare… ”Vicinanza e lontananza da Roma”, murale di Pier The Rain. 5 Via Calisto II. Particolare del muro di Pinacci Nostri dove si raccontano storie. “Il Tucano” dell’artista BOL, che dipinge i Pinacci Nostri e i pinacci nostri, con pecore al pascolo e vista del Cupolone. 6 Via Calisto II. Particolare del muro di Pinacci Nostri dove si raccontano storie. “Maternità”, murale di Violetta Carpino. 7 Via Calisto II. Particolare del muro di Pinacci Nostri dove si raccontano storie. Carlo Gori racconta con la sua pittura quando nelle baracche del borghetto Braschi si mangiavano i piccioni, per la povertà e la fame. Ora non ci sono più baracche, ma palazzi degli anni Sessanta, e Forte Braschi è ancora lì. 8 Via Calisto II. Particolare del muro di Pinacci Nostri dove si raccontano storie. “Io vengo da Primavalle / cor vespino rosso bordò / de prima me fa ‘na piotta / de seconda nun ce lo so”. Canzone degli anni Ottanta. Qui il vespino è verde smeraldo. Murale di Hos. 9 Murale di Nemo dal titolo “Vite”, 2015, via Pietro Bembo 39/43. 10.1 Murale di un autore sconosciuto, via Pietro Bembo 39/43. 10 Particolare del murale di Nemo dal titolo “Vite”, 2015, via Pietro Bembo 39/43. 11 Muracci Nostri, murale di Bol, via Alessio Ascalesi. 12 Muracci Nostri, Street Art a Primavalle, via Alessio Ascalesi. 13 IIS (Istituto d’Istruzione Superiore) Luigi Einaudi, succursale, murale di Gomez, via Federico Borromeo 71/67. Cortile interno. 14 IIS (Istituto d’Istruzione Superiore) Luigi Einaudi, succursale, murale di Gomez, via Federico Borromeo 71/67. Cortile interno. 15 IIS Luigi Einaudi, succursale, murale di Gomez, via Federico Borromeo 71/67. Cortile interno. 16 IIS Luigi Einaudi, succursale, murale di Gomez, via Federico Borromeo 71/67. Cortile interno. 17 IIS Luigi Einaudi, succursale, murale di Gomez, via Federico Borromeo 71/67. Cortile interno. 18 Lotto case popolari della borgata storica di Primavalle. “Danza” di Muracci Nostri, via Federico Borromeo. 19 Lotto case popolari della borgata storica di Primavalle, murale di Omino71, “Wonder woman incinta” di Muracci Nostri, via Federico Borromeo.
20 Lotto case popolari della borgata storica di Primavalle, murale di Omino71, “Europa 15” di Muracci Nostri, via Federico Borromeo.21 Parco di Santa Maria della Pietà, scultura in legno di Andrea Gandini, 2020. Piazza di Santa Maria della Pietà 5. 22 Parco di Santa Maria della Pietà, murali di Luis Gomez de Teran sull’edificio del Museo della Mente, 2008. Padiglione 6. Un percorso sulle due facciate dove, sulla sinistra, sono rappresentati i cosiddetti pazzi, figure alienate, che guardano il vuoto con terrore e si tappano le orecchie mentre le Voci li assillano dalle finestre; sulla destra, i loro simili appagati, forse risolti nella loro genialità. Piazza di Santa Maria della Pietà 5. 23 Parco di Santa Maria della Pietà, murali di Luis Gomez de Teran sull’edificio del Museo della Mente, 2008. Padiglione 6. Un percorso sulle due facciate dove, sulla sinistra, sono rappresentati i cosiddetti pazzi, figure alienate, che guardano il vuoto con terrore e si tappano le orecchie mentre le Voci li assillano dalle finestre; sulla destra, i loro simili appagati, forse risolti nella loro genialità. Piazza di Santa Maria della Pietà 5. 24 Parco di Santa Maria della Pietà, murali di Luis Gomez de Teran sull’edificio del Museo della Mente, 2008. Padiglione 6. Un percorso sulle due facciate dove, sulla sinistra, sono rappresentati i cosiddetti pazzi, figure alienate, che guardano il vuoto con terrore e si tappano le orecchie mentre le Voci li assillano dalle finestre; sulla destra, i loro simili appagati, forse risolti nella loro genialità. Piazza di Santa Maria della Pietà 5. 25 Parco di Santa Maria della Pietà, murali di Luis Gomez de Teran sull’edificio del Museo della Mente, 2008. Padiglione 6. Un percorso sulle due facciate dove, sulla sinistra, sono rappresentati i cosiddetti pazzi, figure alienate, che guardano il vuoto con terrore e si tappano le orecchie mentre le Voci li assillano dalle finestre; sulla destra, i loro simili appagati, forse risolti nella loro genialità. Piazza di Santa Maria della Pietà 5. 26 Parco di Santa Maria della Pietà, graffito di anonimo, “Troppo Amore”, piazza di Santa Maria della Pietà 5.