W la fuga
Storie di corse e corridori
Di e con Marco Pastonesi, scrittore e giornalista sportivo, e Alessandro D’Alessandro, organetto preparato
Produzione Bianco Teatro/Ti con Zero
Il ciclismo è l’unico sport dove la fuga è un atto di coraggio. Ma c’è fuga e fuga. E poi c’è la mezza fuga, la fighetta, la figona, la bella fuga e la fuga della vita, la fuga pronti via e la fuga che va all’arrivo, la fuga bidone e la fuga d’altri tempi, perfino la fuga dalla parte sbagliata cioè dietro il gruppo, addirittura la fuga con la miss. Racconti di corse e corridori, ma anche canzoni (e i racconti di quelle canzoni) su corse e corridori. Per ricordare, per scoprire, per riderci su. Perché non c’è nulla di più pedalabile del ciclismo musicale e della musica ciclistica.
“W la fuga” è il ciclismo delle imprese ma anche delle cotte, delle giornate memorabili ma anche di quelle storte, della lotta per il primo posto ma anche per l’ultimo, delle classiche del Nord ma anche dei pronti-via in Africa, delle borracce di Bartali e Coppi ma anche degli assalti dei gregari a bar, cantine e fontane, delle fughe per la vittoria ma anche di quelle per amore e sesso. Perché il ciclismo è una divina commedia umana, perché la bicicletta è una macchina del tempo, perché la ruota è una vita. Da sempre, da subito. Come al primo Giro d’Italia, nel 1909, otto tappe da Milano a Milano per più di 2400 chilometri, durante la prima tappa – la Milano-Bologna che, grazie a una serie di allungatoie, risultò di 397 chilometri – quattro corridori vennero beccati mentre la disputavano in treno. E il bello è che, alla partenza della seconda tappa, quando gli fu detto che non avrebbero potuto prendere il via, si arrabbiarono moltissimo… Come a un Giro del Ruanda, quando il numero dei corridori classificati alla fine dell’ultima tappa era superiore al numero dei corridori partiti all’inizio della prima tappa… Come quel gregario che, alla partenza di una Milano-Sanremo, disse che tutti i 200 al via custodivano una possibilità di vincere la Classicissima di primavera, e richiesto di una spiegazione sulla sua speranza, disse che “se tutti cadono, vinco io” …
Marco Pastonesi, giornalista sportivo (“La Gazzetta dello Sport”) e scrittore (“Pantani era un dio”, “Coppi ultimo”, “La meta più bella della storia”…), ha partecipato come autore e narratore al Festivaletteratura di Mantova, all’Overtime Festival di Macerata, a LetterAltura sul Lago Maggiore, al Book Pride di Milano e Genova, al Salone del libro di Torino, a Più Libri Più Liberi di Roma, al Festival del ciclista lento di Ferrara. Ha diretto la manifestazione “Aspettando il Giro”, Reggio Emilia 2022; “Viva la bici”, dialoghi su due ruote, agli Europei di ciclismo a Trento nel 2021, “W la bici viva”, festival dedicato alla cultura della bicicletta a Feltre – Giro d’Italia 2018. Collabora con Ti con Zero e Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza per i progetti e gli incontri di cultura sportiva
Alessandro D’Alessandro, nato a Coreno Ausonio (Frosinone) alla metà degli anni Ottanta, già attivo con il progetto di Orchestra Bottoni, ha portato uno strumento tipico della tradizione popolare a dialogare con altri stili, ritmi ed armonie, ampliandone notevolmente le capacità espressive. Nelle sue mani, quello che ha ribattezzato “organetto preparato” assume “il respiro di un’orchestra” grazie al sapiente uso dell’elettronica e all’utilizzo molto personale dell’effettistica e dei loops, con sovrapposizioni armoniche e ritmiche dettate anche dalla percussione dello strumento.